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Swot Analysis Wella

By:   •  Essay  •  1,574 Words  •  May 17, 2011  •  2,802 Views

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Swot Analysis Wella

o Analisi SWOT

Strenght

• Ottima qualità(superiore)

• Profumazione

• Brand simbolo del luxury

WEAKENESS

• Prezzo troppo elevato

• Marchio poco alla moda giovane

• Poca flessibilità nella fornitura

• Si conosce il marchio ma non i prodotti

• Arroganza dei rappresentanti

• Packaging old Fashioned

UNIPRO: ITALIANI POVERI MA BELLI, IN TEMPO DI CRISI NON RINUNCIANO AI COSMETICI

- PRIMO SEMESTRE 2010 -

tratto da: Unipro Beauty Report 2010 da cui emerge che sette italiani su 10 considerano i prodotti di bellezza una spesa irrinunciabile seconda solo ad alimentari e farmaci.

Come documenta il Rapporto sull'industria cosmetica elaborato da Ermeneia per Unipro, l'Associazione Italiana delle Imprese Cosmetiche, che fa parte di Federchimica – Confindustria.

Il 74,5% degli italiani non ha diminuito la spesa per la cosmetica nell'anno in corso e prevede di aumentarla nel prossimo anno: sette italiani su dieci giudicano irrinunciabile la spesa per i prodotti di cura dei capelli, di cura e igiene del corpo, del trucco, di profumi e deodoranti.

E il 62% dichiara che « la crisi non ha cambiato sostanzialmente le mie abitudini di spesa per questo insieme di prodotti, perché alla propria cura, al proprio benessere e al proprio aspetto estetico non si può e non si deve rinunciare ».

E infatti nell'ambito di una congiuntura spesso drammatica per altri comparti, il settore ha tenuto: il mercato nel 2009 è cresciuto dello 0,3% e ha raggiunto un valore di 9,1 miliardi di euro.

« L'alleanza con il consumatore costituisce un elemento importante della forza e della stabilità del settore - ha detto Fabio Franchina, Presidente di Unipro - ecco perché la cosmetica tiene rispetto all'indebolimento generale, sia sul fronte delle aziende che sulla disponibilità di spesa dei consumatori; il settore ha reagito meglio alla crisi rispetto alla media dell'industria, ed è più "pesante" rispetto alla sua apparente "leggerezza" ».

2011 -

L'industria cosmetica chiude il 2010 con dinamiche sostenute grazie alla robusta ripresa delle esportazioni, ai trend dei consumi del canale farmacia e alla crescita superiore alla media del canale erboristeria. Soffre la grande distribuzione, salvata dalle grandi superfici specializzate. Il 2011, nonostante le incertezze dovute all'evoluzione dei prezzi e alle tensioni sui mercati interni, si annuncia in ulteriore ripresa.

Nel corso del 2010, l'economia mondiale è tornata a crescere: nella previsione dei maggiori centri di ricerca economica, nel 2011 si assisterà al ricongiungimento con i valori del 2007. L'economia italiana, pur con ritmi più lenti, sembra anch'essa aver superato il periodo di crisi.

Restano tuttavia ancora pesanti condizionamenti sulla propensione d'acquisto di ampie fasce di consumatori. In questo scenario, la tenuta dei consumi cosmetici nel 2010, entrati da tempo nel vissuto quotidiano e nelle abitudini degli italiani. Il valore preconsuntivo della spesa tocca i 9.200 milioni di euro con una crescita dell' 1%.

Sul fronte della produzione, si registra una ripresa significativa dei fatturati, +4,7% con un valore che sale a 8.485 milioni di euro. Importante il contributo delle esportazioni, cresciute intorno al 15% (in attesa dei dati definitivi dell'Istat) per un valore di circa 2.350 milioni. La significativa ripresa sui mercati esteri conferma la bontà dell'offerta italiana di cosmetici, capace di adeguarsi alla ripresa di consumo anche nei nuovi mercati internazionali.

Il mercato: canali

Considerando i dati preconsuntivi, il valore del consumo di cosmetici in Italia nel 2010 ha raggiunto i 9.200 milioni di euro, con una crescita rispetto al precedente esercizio dell'1%. Un risultato più che soddisfacente, se si considerano i pesanti effetti sulla propensione d'acquisto che hanno condizionato i consumatori nel periodo successivo alla crisi mondiale dell'autunno 2008.

Le vendite di cosmetici nel canale farmacia confermano trend di domanda positivi anche se

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